OSCAR TALK: The Zone of Interest

Al di là del Paese che rappresenterà The Zone of Interest mira a fare incetta di nomination sulla scia di grandi exploit come Parasite e Niente di nuovo sul fronte occidentale

Quest’anno la categoria Miglior film internazionale ai prossimi Academy Awards ha già un forte competitor. Si tratta dell’acclamato film di Jonathan Glazer, The Zone of Interest, vincitore all’ultimo Festival di Cannes di ben 4 premi tra cui il Grand Prix, il FIPRESCI, il Cannes Sountrack Award e il premio tecnico CST Artist.

L’unico nodo da sciogliere è quello legato ad una potenziale controversia sul Paese da rappresentare dato che è in lingua tedesca, ma è stato girato in Polonia ed è scritto e diretto da un autore britannico. Come sappiamo una delle ragioni che rendono irto e spinoso il percorso di ammissibilità per questa categoria è la lingua che per Regolamento deve essere per la maggior parte quella officiale del Paese di appartenenza. Sono tanti i casi di film squalificati perché avevano una percentuale minore di lingua madre.

Per il film di Glazer la situazione è ben diversa, perché anche se è in lingua tedesca, ha una co-produzione statunitense, britannica e polacca. In tal senso secondo le regole dell’Academy, un film può essere selezionato per un determinato Paese purché sia ​​finanziato da produttori o società di quel Paese e/o abbia la maggioranza dei membri della sua troupe provenienti da quella nazione.

Negli ultimi anni ci sono state interessanti eccezioni: dal thriller Holy Spider, quasi interamente parlato in Farsi e il documentario d’animazione Flee (in inglese, danese, dari, svedese e russo) che hanno entrambi rappresentato la Danimarca.

In ogni caso al di là del Paese che rappresenterà (molto probabilmente sarà la scelta del Regno Unito diventando il primo film in lingua tedesca a rappresentare il Paese) The Zone of Interest è uno dei film di punta della gara di quest’anno per il Miglior film internazionale che sulla scia di grandi exploit come Parasite e Niente di nuovo sul fronte occidentale mira ad ampliare il raggio d’azione della sua Campagna per gli Oscar.

In tal senso negli Stati Uniti sarà distribuito da A24 che ha anche partecipato alla produzione, lo stesso Studio indipendente che ha vinto lo scorso anno il suo secondo Oscar per il miglior film con Everything Everywhere All At Once, dopo Moonlight nel 2016. L’obiettivo della Campagna sarà quello di spingere il film non solo nella categoria miglior film internazionale, ma anche in quella per il miglior film, la miglior regia, la miglior colonna sonora, il miglior sonoro, la miglior fotografia, e anche quella per il miglior attore (Christian Friedel).

TRAMA: Un comandante del campo di Auschwitz e sua moglie costruiscono per sé e per la loro piccola famiglia il loro paradiso a pochi passi dall’orrore. Quando un cambiamento arriva a minacciare tutto ciò che hanno costruito, sua moglie si rifiuta di lasciare la casa dei loro sogni. Il titolo The Zone of Interest si riferisce a come i tedeschi chiamarono l’area di 40 chilometri quadrati che circondava il campo di concentramento di Auschwitz. È un film unico sull’Olocausto perché racconta ciò che c’era dall’altra parte di un muro che separava il più orribile omicidio di massa dalla vita quasi bucolica di coloro che lo hanno causato.

Di conseguenza sulla carta il Paese che dovrebbe rappresentare è il Regno Unito che nella storia degli Oscar ha conquistato 2 candidature nella categoria Miglior film internazionale: nel 1993 con Hedd Wyn di Paul Turner e nel 1999 con Solomon and Gaenor di Paul Morrison.

Previsioni Oscar 2024: Tra i suoi possibili rivali ci dovrebbe essere la Francia e il Giappone, la cui corsa parte già divisa tra due forti contendenti: nel primo caso il candidato dovrebbe essere il vincitore della Palma d’Oro a Cannes Anatomy of a Fall (NEON) ma non si sa ancora se sarà giudicato ammissibile dato che questo film è per il 50% in inglese e quindi la sua idoneità è in discussione. Al suo posto si potrebbe puntare su altro titolo di Cannes come The Pot au Feu che è completamente parlato in francese. Stesso discorso per il Giappone che ha una sfida all’interno dato che dovrà scegliere tra il film d’animazione di Hayao Miyazaki The boy and the Heron e l’acclamato Monster. Per quanto riguarda l’Italia negli States danno La Chimera come il candidato ideale non solo per la distribuzione vincente targata NEON ma anche per la sua presenza al TIFF. Resta da vedere se dal Festival di Venezia uscirà qualche altro titolo che può incrinare la “leadership” della Rohrwacher per la candidatura italiana di quest’anno. Senza dimenticare potenziali candidati come El Conde (Cile), Fallen Leaves (Finlandia), The delinquents (Argentina), About Dry Grasses (Turchia).

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