Riassunto
CAMPAGNA DEGLI OSCAR MIGLIOR REGIA
A24 (5): Kwedar, Guadagnino, Corbet, Crowley, Reijn
Netfix (4): Audiard, Larrain, Washington, Jacobs
Sony Pictures Classics (3): Reitman, Almodovar, Salles
NEON (3): Rasoulof, Baker, Oppenheimer
Searchlight Pictures: (3): Mangold, Heller, Eisenberg
Warner Bros. (3): Villeneuve, Chu, Eastwood
Focus Features (2): Berger, Wang
Paramount Pictures (2): Fehlbaum, Scott
Amazon/MGM (1): Moss
Janus/Sideshow (1): Kapadia
Apple Original Films (1): McQueen
MUBI (1): Fargeat
Bleecker Street (1): Leigh
Quest’anno la gara per la categoria Miglior regia è sulla carta una sfida tra Cannes e Venezia, dato che i due principali frontrunner del momento si sono distinti proprio in questi due prestigiosi festival: da un lato Sean Baker, il regista che ha vinto la Palma d’Oro per Anora, e dall’altro Brady Corbet, Leone d’argento per la regia dell’acclamato The Brutalist.
Dietro di loro si affollano i potenziali competitors favoriti per la nomination laddove spiccano due registi “non americani” come il tedesco Edward Berger dopo l’exploit di 2 anni fa con All Quiet on the Western Front (4 Oscar) e quest’anno in lizza con Conclave, e soprattutto il francese Jacques Audiard, che con Emilia Perez (scelto per rappresentare la Francia) mira a ripercorrere il sentiero dei premi già tracciato da altri film favoriti nella categoria Miglior film internazionale come The Zone of Interest e Parasite candidati anche come Miglior film.
Nella cinquina poi l’Academy potrebbe “riparare ad un torto” e cioè quello subito da Denis Villeneuve nel 2022 quando fu escluso a sorpresa per Dune, ma che invece quest’anno con il secondo capitolo (Dune Part II) potrebbe dominare ancora una volta nelle categorie del comparto tecnico.
Dietro di loro la sfida ancora aperta diventa ardua: dal regista britannico Steve McQueen in lizza con Blitz, tallonato da Ridley Scott per Il gladiatore II dopo 4 nominations andate a vuoto, fino agli outsider come RaMell Moss per Nickel Boys, Tim Fehlbaum regista di uno dei film di punta della Campagna degli Oscar della Paramount Pitcures, il divisivo September 5, presentato all’ultimo Festival di Venezia nella sezione Orizzonti Extra, oltre a Payal Kapadia, Coralie Fargeat e Marielle Heller le uniche donne registe in pole position quest’anno per la candidatura.
Lo scorso anno 5 registi su 5 che ho indicato nelle previsioni di settembre 2023 hanno ottenuto successivamente la nomination all’Oscar: Justine Triet (Anatomy of a Fall) (5°), Jonathan Glazer (The Zone of Interest) (4°), Yorgos Lanthimos (Povere Creature!) (3°), Martin Scorsese (Killers of the Flower Moon) (2°), Christopher Nolan (Oppenheimer) (1°).
Ecco di seguito una potenziale graduatoria sui registi che hanno più chance di entrare nella prossima Stagione dei Premi.
Allora, occhio alla lista!
Quali registi hanno più chance di entrare nella corsa agli Oscar 2025 nella categoria Best Director?
15. TIM FEHLBAUM (September 5) (Paramount Pictures)
Il talentuoso regista svizzero Tim Fehlbaum potrebbe essere una delle rilevazioni della prossima Awards Season complice l’apprezzato September 5 che vede come protagonista una troupe televisiva sportiva americana costretta a coprire la crisi degli ostaggi che coinvolge atleti israeliani durante le Olimpiadi di Monaco del 1972.
Curiosità: nel 2012 ha ottenuto 2 nominations ai German Film Critics Association Awards per il suo debutto dietro la macchina da presa Apocalypse, nelle categorie miglior film e miglior opera prima.
14. GREG KWEDAR (Sing Sing) (A24)
Greg Kwedar, il regista dell’acclamato dramma carcerario, Sing Sing, vincitore del Premio del pubblico al SXSW Film Festival, potrebbe ottenere quest’anno l’attenzione che merita durante l’Awards Season dopo aver entusiasmato la critica americana.
Curiosità: nel 2022 grazie al film Jockey è stato candidato ai Film Independent Spirit Awards per il John Cassavetes Award.
13. LUCA GUADAGNINO (Queer) (A24)
Dopo aver conquistato nel 2018 la candidatura all’Oscar per il film da lui diretto Chiamami col tuo nome in qualità di produttore, quest’anno ci riprova ma nella categoria Miglior regia dopo l’ottima accoglienza di Queer all’ultimo Festival di Venezia.
Curiosità: nel 2018 per Chiamami col tuo nome ha conquistato la nomination per la Miglior regia ai Critics Choice Awards e ai Film Independent Spirit Awards. Inoltre ha vinto il premio assegnato dai critici di Los Angeles (LAFCA)
12. JASON REITMAN (Saturday Night) (Sony Pictures Classics)
Jason Reitman, figlio d’arte (suo padre è il regista Ivan che ha firmato i primi due Ghostbusters), potrebbe tornare protagonista della Stagione dei Premi dopo l’exploit del 2010 quando con il film Up in the air – Tra le nuvole ottenne 3 nominations all‘Oscar (miglior film, miglior regia, miglior adattamento). L’occasione è offerta dall’atteso Saturday Night, il film sulla creazione del famosissimo programma televisivo satirico Saturday Night Live.
Curiosità: nel 2008 ha conquistato un’altra candidatura all’Oscar per la regia di Juno.
11. PAYAL KAPADIA (All We Imagine as Light) (Janus/Sideshow)
Anche se il suo film, l’acclamato All We Imagine as Light, è stato a sorpresa snobbato dall‘India che gli ha preferito Laapataa Ladies per la competizione internazionale, la regista Payal Kapadia resta in corsa per la candidatura nella categoria Miglior regia, a fronte dell’ampia apertura dell’Academy verso i registi non americani. La Kapadia è tra le registe donne più quotate quest’anno per la candidatura.
Curiosità: la regista Payal Kapadia per il film All We Imagine as Light ha vinto il Grand Prix all’ultimo Festival di Cannes.
10. RAMELL MOSS (Nickel Boys) (Amazon/MGM)
Dopo aver conquistato nel 2019 la candidatura all‘Oscar per la categoria Miglior documentario con Hale County This Morning, This Evening, il talentuoso regista afro-americano RaMell Moss potrebbe ottenerne un’altra nella categoria Miglior regia, grazie all’attesissimo Nickel Boys, ispirato al romanzo premio Pulitzer di Colson Whitehead, il film narra la toccante storia di due ragazzi, amici inseparabili, ingiustamente condannati alla Nickel Academy, un riformatorio dove la violenza e l’oppressione erano all’ordine del giorno.
Curiosità: nel 2019 per il documentario Hale County This Morning, This Evening ha ottenuto una nominations ai DGA Awards (Outstanding Directorial Achievement in Documentary) e vinto il Gotham Award.
9. RIDLEY SCOTT (Il gladiatore II) (Paramount Pictures)
Il 4 volte candidato all’Oscar Ridley Scott (3 volte per la categoria Miglior regia e 1 volta per il Miglior film) potrebbe tornare in corsa per l’ambita statuetta complice la sua ultima fatica, Il gladiatore II che, secondo alcuni critici americani che l’hanno visto in anteprima, ha tutte le carte in regola per unirsi alla lista dei migliori sequel della storia del cinema. Sarà così?
Curiosità: la prima candidatura per la Miglior regia è arrivata con Thelma & Louise (1992). Successivamente ha dovuto aspettare 9 anni per ottenerne un’altra con Il gladiatore, e l’anno dopo con Black Hawk Down. Nel 2016 poi è arrivata la quarta, ma come produttore per il film The Martian, sfiorando quella per la regia.
8. PEDRO ALMODOVAR (La stanza accanto) (Sony Pictures Classics)
Quest’anno il maestro Pedro Almodovar ha tutte le carte in regola per conquistare la seconda nomination all’Oscar per la Miglior regia, dopo quella conquistata nel 2003 per Parla con lei. Tutto merito del suo ultimo film, La stanza accanto, con cui ha conquistato il Leone d’Oro al Festival di Venezia.
Curiosità: per il film Parla con lei ha vinto l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale riuscendo ad ottenere un totale di 2 nominations, nonostante la scelta della Comissione del suo Paese che per la corsa al Miglior film internazionale gli preferì I lunedì al sole di Fernando León de Aranoa che però non ottenne la candidatura.
7. MOHAMMAD RASOULOF (The Seed of the Sacred Fig) (NEON)
Crescono le quotazioni per il regista iraniano in esilio Mohammad Rasoulof, soprattutto dopo la scelta tedesca di presentare il suo ultimo film, l’apprezzato The Seed of the Sacred Fig, nella categoria Miglior film internazionale in rappresentanza della Germania, laddove ora si è rifugiato in seguito alla condanna da parte del governo iraniano a 8 anni di prigione, frustate e una multa onerosa.
Curiosità: The Seed of the Sacred Fig ha vinto all’ultimo Festival di Cannes il Prix Spécial e il premio FIPRESCI, mentre al San Sebastián International Film Festival si è aggiudicato il Premio del pubblico per un film europeo.
6. STEVE MCQUEEN (Blitz) (Apple Original Films)
A distanza di 11 anni dalla sua prima candidatura all’Oscar per la Miglior regia per il film 12 anni schiavo che gli ha fatto comunque guadagnare l’ambita statuetta in veste di produttore vincendo nella categoria Miglior film, Steve McQueen ritorna sul ring dell’Awards Season grazie al dramma storico Blitz con Saoirse Ronan, scelto come film d’apertura del BFI London Film Festival che partirà dal prossimo 9 ottobre.
Curiosità: per la regia di 12 anni schiavo ha conquistato la nominations a tutti i key awards tra cui BAFTA, Critics Choice Award, Golden Globe, DGA Award.
5. DENIS VILLENEUVE (Dune Part II) (Warner Bros.)
Dopo la sua esclusione a sorpresa nel 2022 per Dune: Part One con cui aveva conquistato numerosissime candidature durante la Stagione dei Premi per la miglior regia mancando solo quella ai BAFTA, Denis Villeneuve ritorna in lizza per la sua quarta candidatura all‘Oscar, la seconda per la categoria Miglior regia dopo quella ottenuta nel 2017 per Arrival.
Curiosità: per Dune: Part One ha conquistato comunque 2 nominations. Quella per il Miglior film e quella per il Miglior adattamento.
4. EDWARD BERGER (Conclave) (Focus Features)
Si rafforzano le chance per il regista tedesco Edward Berger, dopo aver sfiorato due anni fa la candidatura all’Oscar per la regia del pluripremiato All Quiet on the Western Front che gli fece comunque guadagnare la nomination per il Miglior adattamento. Quest’anno l’occasione è offerta dall’apprezzato Conclave presentato con successo a due festival chiave dell’Awards Season: il Toronto International Film Festival e il Telluride Film Festival.
Curiosità: per All Quiet on the Western Front ha vinto il BAFTA per la Miglior regia.
3. JACQUES AUDIARD (Emilia Perez) (Netflix)
La scelta della Francia di inviare quest’anno come proprio rappresentante, Emilia Perez, per la competizione internazionale dopo il successo all’ultimo Festival di Cannes, laddove ha vinto il Premio della Giuria, ha rafforzato ulteriormente le possibilità di Jacques Audiard di conquistare la prima nomination all’Oscar della sua carriera.
Curiosità: nel 2010 il film da lui diretto Il profeta ha ottenuto la candidatura per la categoria Miglior film internazionale
2. BRADY CORBET (The Brutalist) (A24)
Il regista di Vox Lux, conosciuto ai più come attore per le sue performance in Funny Games (2007) e Melancholia (2011), Brady Corbet, sta per essere catapultato nella prossima Stagione dei Premi, dopo la vittoria al Festival di Venezia del Leone d’argento per la regia per l’acclamato The Brutalist.
Curiosità: debutta dietro la macchina da presa nel 2015 con L’infanzia di un capo con cui vince proprio a Venezia non solo il Luigi De Laurentiis Award per la miglior opera prima ma anche il premio per la miglior regia nella sezione Orizzonti di quell’anno.
1. SEAN BAKER (Anora) (NEON)
La Palma d’Oro conquistata all’ultimo Festival di Cannes per Anora sta per spalancare la porta principale dell’Awards Season per il talentuoso Sean Baker che potrebbe non solo conquistare la sua prima candidatura, dopo averla sfiorata nel 2018 per Un sogno chiamato Florida, ma soprattutto vincere l’ambita statuetta, dato come il grande favorito della prossima stagione.
Curiosità: per il film Un sogno chiamato Florida ha vinto il New York Film Critics Circle Award.
ALTRI COMPETITORS:
16. Pablo Larrain (MARIA) (Netflix)
17. James Mangold (A COMPLETE UNKNOWN) (Searchlight Pictures)
18. Marielle Heller (NIGHTBITCH) (Searchlight Pictures)
19. Mike Leigh (HARD TRUTHS) (Bleecker Street)
20. Clint Eastwood (JUROR #2) (Warner Bros.)
21. Walter Salles (I’M STILL HERE) (Sony Pictures Classics)
22. Malcolm Washington (THE PIANO LESSON) (Netflix)
23. Halina Reijn (BABYGIRL) (A24)
24. Sean Wang (DIDI) (Focus Features)
25. Jesse Eisenberg (A REAL PAIN) (Searchlight Pictures)
26. Coralie Fargeat (THE SUBSTANCE) (MUBI)
27. Joshua Oppenheimer (THE END) (NEON)
28. Azazel Jacobs (HIS THREE DAUGHTERS) (Netflix)
29. John Crowley (VIVIAMO NEL TEMPO) (A24)
30. John M. Chu (WICKE PART I) (Warner Bros.)