Nominations 96th Academy Awards: The Zone of Interest

Dal suo status di favorito dal mese di agosto alla mancate candidature per la fotografia e la colonna sonora fino ai prossimi progetti per Christian Friedel e Sandra Huller

L’acclamato dramma sull’Olocausto di Jonathan Glazer, The Zone of Interest, fin dalle primissime previsioni del mese di agosto è stato considerato un fortissimo candidato per la competizione internazionale agli Oscar sulla scia di grandi exploit come Parasite e All Quiet on the Western Front.

Complice non solo il Grand Prix Speciale della Giuria vinto al Festival di Cannes ma anche la presenza nel team produttivo della squadra di A24, il famoso studio indipendente che c’è dietro gli Oscar per il miglior film di Everything Everywhere All At Once (2023) e Moonlight (2016).

Rispetto alle previsioni iniziali ha mancato 2 candidature che sembravano a portata di mano: dalla pluripremiata fotografia di Łukasz Żal, nominato ai BAFTA e vincitore del Variety Artisan Award al Toronto International Film Festival, all’apprezzata colonna sonora di Mica Levi vincitrice dell’Hollywood Music in Media Award e candidata ai Golden Globe.

CONTROVERSIA

Prima della designazione ufficiale c’era un nodo da sciogliere dato che il film è in lingua tedesca, ma è stato girato in Polonia ed è scritto e diretto da un autore britannico, di conseguenza c’erano varie speculazioni sul Paese che avrebbe potuto rappresentare. Poi alla fine è stato scelto il Regno Unito che nella storia degli Oscar ha conquistato 2 candidature: nel 1993 con Hedd Wyn di Paul Turner e nel 1999 con Solomon and Gaenor di Paul Morrison.

La sua leadership nella categoria Miglior film internazionale è stata ufficializzata con la doppia nomination ottenuta agli Oscar dato che è stato candidato anche come Miglior film diventando il 11° film nella storia degli Academy Awards a rientrare nelle cinquine di entrambi le categorie.

Prima dell’annuncio delle candidature agli Oscar, questa categoria, durante l’Awards Season, è stata dominata da Anatomy of a Fall che come sappiamo non è stato scelto dalla Francia per la gara degli Oscar, rendendo la gara confusa, ma poi la nomination ai Producers Guild Awards come quella a tutti i key awards, ha permesso al film di Glazer di confermare il suo ruolo da frontrunner per gli Oscar nella categoria Miglior film internazionale.

art by Ben Mcleod

PREVISIONI NOMINATIONS OSCAR (7)

NOMINATIONS OSCAR (5): miglior film, miglior film internazionale, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale, miglior sonoro

METASCORE: 92/100

1. Sir Martin Amis, autore del romanzo da cui è tratto il film, è morto il 19 maggio 2023, lo stesso giorno in cui il The Zone of Interest ha avuto la sua prima mondiale al Festival di Cannes.

2. Il suono del costante rombo di un motore di una moto invisibile che si sente lontano diverse volte durante le scene all’aperto era realmente un espediente usato dai nazisti per sovrastare l’orrore delle grida e degli spari provenienti dal campo.

3. Il regista Jonathan Glazer ha utilizzato fino a cinque telecamere fisse nella casa e nel giardino senza nessuna troupe visibile per catturare molte scene in modo naturale permettendo agli attori di lavorare in un ambiente molto realistico.

4. In un’intervista del 2023 a Vanity Fair, Jonathan Glazer ha parlato del personaggio della bambina che lascia del cibo per i prigionieri durante la notte e ha dettagliato il processo di ripresa di quelle scene con una telecamera termica: “Questa ragazza interpreta una donna, Alexandra, che ho conosciuto quando aveva 90 anni. Quando ho iniziato a frequentare Auschwitz e ho iniziato a pensare a questo film, ovviamente tutto ciò con cui stai trattando è buio pesto. Gli orrori di tutto ciò sono molto oppressivi anche solo da pensare, e ci sono state molte volte durante l’evoluzione di questo progetto in cui ho sentito di non poter continuare perché era solo oscurità. Un amico e uno dei co-produttori, Bartek Rainski, ha iniziato a cercare persone che vivevano ancora in quella zona, che erano vive all’epoca-e infatti alcune di loro erano bambini che facevano parte di una resistenza chiamata AK che era una sorta di movimento sotterraneo polacco. Loro facevano girare documenti e condividevano informazioni dentro e fuori dai campi. Poiché erano bambini, erano meno sospettati. Ho incontrato questa signora e mi ha raccontato la sua storia, che è ciò che si vede nel film. Da ragazza, in realtà lavorava in una miniera di carbone, ma non era effettivamente giù nella miniera. Era una ragazza polacca del posto, non ebrea, che viveva lì vicino e si sentiva obbligata a fare ciò che poteva per i prigionieri. E parte di ciò che faceva era lasciare del cibo per loro nei cantieri edili di notte, dove era meno in pericolo rispetto a quanto lo sarebbe stato ovviamente durante il giorno… Abbiamo parlato del film come visto attraverso una lente del 21° secolo. Si trattava di assicurarsi che tutte le telecamere fossero il più nitide e semplici possibile, senza usare luci. Non abbiamo usato luci cinematografiche-e di conseguenza, stavi lavorando entro i limiti che ti eri imposto. Quindi hai una scena del genere: Ecco una ragazza di notte nel 1943, in un cantiere che durante il giorno è pieno di guardie. Come la vedrai se non puoi usare luci? Non c’è luce ambientale da nessuna parte che potresti giustificare. Lukasz Zal ed io abbiamo parlato di come avremmo potuto vederla. In realtà, è tutto ridotto a: Qual è l’unico strumento che esiste con cui saremo in grado di vedere qualcosa che i nostri occhi non potrebbero? Quella era una telecamera termica. Poi siamo andati in un lungo e molto difficile viaggio in quella tecnologia per catturare questa sequenza. Qui non stai vedendo la luce registrata. Stai vedendo il calore registrato. Suppongo che sia un cambiamento piuttosto drammatico nell’immagine rispetto a tutto ciò che hai visto fino a questo punto, ma è presentato con la stessa intenzione

5. La sceneggiatura di Jonathan Glazer è solo vagamente basata sul romanzo omonimo dell’autore britannico Sir Martin Amis. Il provocatorio libro di Amis è molto diverso in molti modi, perché racconta una storia d’amore fittizia da tre prospettive utilizzando un linguaggio artificiale, persino comico, progettato per allontanare il lettore.

Cresce l’attesa per la partecipazione di Christian Friedel, l’attore tedesco che nel film interpreta Rudolf Höss, il primo comandante del campo di concentramento di Auschwitz, nella serie TV americana di successo The White Lotus giunta alla sua 3 stagione.

Mentre per Sandra Huller riflettori puntati per il lungometraggio di Natja Brunckhorst dal titolo 2:1 con Max Riemelt e Ronald Zehrfeld.

TRAMA: Robert, Volker e Maren (Sandra Hüller) sono migliori amici fin dall’infanzia e vivono ad Halberstadt. Un giorno di luglio del 1990 scoprono per caso che in un vecchio pozzo sono stati depositati i milioni dell’ex DDR. Decidono di rubare i soldi e pianificano meticolosamente ogni passo per mettere in atto il loro piano. Ma più si avvicinano al loro obiettivo, più devono chiedersi se vale la pena rischiare e quali saranno le conseguenze delle loro azioni.

SEGUI

Lascia un commento

Don`t copy text!