La Germania ha scelto come proprio rappresentante per gli Oscar 2024 per la categoria Best International Film il vincitore di 5 German Film Awards The Teachers’ Lounge (Das Lehrerzimmer) di İlker Çatak presentato con successo all’ultimo Festival di Berlino.
TRAMA: Quando uno dei suoi studenti viene sospettato di furto, l’insegnante Carla Nowak decide di andare a fondo della questione. Stretta tra i suoi ideali e il sistema scolastico, le conseguenze delle sue azioni minacciano di distruggerla.
FESTIVAL: Festival di Berlino, Telluride Film Festival
TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=6YgQBGqhTcM
CRITICS REVIEWS
“Quello che succede nella sala insegnanti rimane nella sala insegnanti”, dice Carla intervistata dal giornale della scuola, dopo che lo scandalo è già scoppiato. Analogamente al film Un monde di Laura Wandel, in The Teachers’ Lounge Çatak costruisce un microcosmo ben definito che vive e respira esclusivamente tra le mura della scuola. In particolare, ci rendiamo conto di quanto brutale e ipocrita possa essere, in determinate circostanze, un sistema educativo, anche quello di un Paese sviluppato e democratico come la Germania. E, in contrasto con questa semplice narrazione a “effetto valanga”, Çatak tocca in modo molto equilibrato altre questioni complesse che si possono trovare in molti ambienti scolastici in tutto il mondo, come il rispetto della privacy, la discriminazione delle minoranze, il bullismo, il ruolo dei genitori prepotenti e, più in generale, i limiti dell’impegno degli insegnanti”
(Davide Abbatescianni, cineuropa.org)
OSCAR 2023: Lo scorso anno la Germania vinse 4 Oscar con il film All Quiet on the Western Front di Edward Berger (miglior film internazionale, miglior fotografia, miglior colonna sonora, miglior scenografia).
CURIOSITÁ: All Quiet on the Western Front con le sue 4 statuette agli Oscar si aggiunge al gruppo di film in lingua straniera con più premi nella storia degli Academy Awards (Fanny e Alexander, La trigre e il dragone e Parasite).
OSCARS STORY: Nella storia degli Oscar la Germania ha ottenuto per questa categoria 21 nomination conquistando l’ambita statuetta 4 volte: nel 1979 con Il tamburo di latta di Volker Schlondorff (Germania Ovest), nel 2002 con Nowhere in Africa di Caroline Link, nel 2006 con Le vite degli altri di Floriana Henckel von Donnersmarck, nel 2023 con All Quiet on the Western Front di Edward Berger. Ben 5 volte invece è riuscita ad entrare nella short-list dei semifinalisti: Pina di Wim Wenders (2012), Two Lives di Georg Mass e Judith Kaufmann (2014), Il labirinto del silenzio di Giulio Ricciarelli (2016), Oltre la notte di Fatih Akin (2018) e I’m Your Man di Maria Schrader (2022).
Elenco delle candidature per la 96a edizione degli Academy Awards per il miglior lungometraggio internazionale:
- Svizzera: Thunder di Carmen Jaquier
- Corea del Sud: Concrete Utopia di Tae-hwa Eom
- Estonia: Sauna Smoke Sisterhood di Anna Hints
- Uruguay: Family Album di Guillermo Rocamora
- Germania: The Teachers’ Lounge di İlker Çatak
- Cile: The Settlers di Felipe Gálvez Haberle
- Canada: Rojek di Zaynê Akyol
- Perù: The Erection of Toribio Bardelli di Adrián Saba
- Colombia: A Male di Fabián Hernández
- Australia: Shayda di Noora Niasari
- Taiwan: Marry My Dead Body di Cheng Wei-hao
- Tunisia: Four Daughters di Kaouther Ben Hania
- Giappone: Perfect Days di Wim Wenders
- Bolivia: The Visitor di Martín Boulocq
- Bosnia Erzegovina: Excursion di Una Gunjak
- Olanda: Sweet Dreams di Ena Sendijarević
- Croazia: Traces di Dubravka Turic
- Lituania: Slow di Marija Kavtaradze
- Bulgaria: Blaga’s Lessons di Stefan Komandarev
- Bhutan: The Monk and The Gun di Pawo Choyning Dorji
- Romania: Do Not Expect Too Much from the End of the World di Radu Jude
- Ungheria: Four Souls of Coyote di Áron Gauder
- Turchia: About Dry Grasses di Nuri Bilge Ceylan
- Slovenia: Riders di Dominika Menceja
- Yemen: The Burdened di Amr Gamal
- Iraq: Hanging Gardens di Ahmed Yassin Al Daradji
- Israele: Seven Blessings di Ayelet Menahemi
- Armenia: Amerikatsi di Michael A. Goorjian
- Islanda: Godland di Hlynur Pálmason
- Brasile: Pictures of Ghosts di Kleber Mendonça Filho
- Indonesia: Autobiography di Makbul Mubarak
- Repubblica Ceca: Brothers di Tomáš Mašín
- Finlandia: Fallen Leaves di Aki Kaurismäki
- Macedonia del Nord: Housekeeping for Beginners di Goran Stolevski
- Montenegro: Sirin di Senad Šahmanović
- Lettonia: My Freedom di Ilze Kunga-Melgaile
- Grecia: Behind the Haystacks di Asimina Proedrou
- Portogallo: Bad Living di João Canijo
- Belgio: Omen di Baloji
- Georgia: Citizen Saint di Tinatin Kajrishvili
- Lussemburgo: The Last Ashes di Loïc Tanson
- Marocco: The Mother of All Lies di Asmae El Moudir
- Ucraina: 20 Days in Mariupol di Mstislav Chernov
- Nepal: Halkara di Bikram Sapkota
- Egitto: Voy Voy Voy di Omar Hilal
- Slovacchia: Photophobia di Ivan Ostrochovský e Pavol Pekarčík
- Spagna: Society of the Snow di JA Bayona
- Italia: Io Capitano di Matteo Garrone
- Iran: The Night Guardian di Reza Mirkarimi
- Panama: Tito, Margot & Me di Mercedes Arias & Delfina Vidal
- Paraguay: The Last Runway 2, Commando Yaguarete di Armando Aquino e Mauricio Rial
- Regno Unito: The Zone of Interest di Jonathan Glazer
- Francia: The Taste of Things di Trần Anh Hùng
- Svezia: Opponent di Milad Alami
- Palestina: Bye Bye Tiberias di Lina Soualem
- Norvegia: Songs Of Earth di Margreth Olin
- Bangladesh: No Ground Beneath the Feet di Mohammad Rabby Mridha
- Polonia: The Peasants di Dorota Kobiela e Hugh Welchman
- Messico: Totem di Lila Avilés
- Albania: Alexander di Ardit Sadiku
- Sudan: Goodbye Julia di Mohamed Kordofani
- Danimarca: The Promised Land di Nikolaj Arcel
- Moldavia: Thunders di Ioane Bobeica
- Vietnam: Glorious Ashes di Bùi Thạc Chuyên
- India: 2018 di Giuda Anthany Joseph
- Kenya: Mvera di Daudi Anguka
- Serbia: Because My Thoughts Are Struggling di Milorad Milinković
- Austria: Vera di Tizza Covi e Rainer Frimmel
- Venezuela: The Shadow of the Sun di Miguel Ángel Ferrer
- Giordania: Inshallah A Boy di Amjad Al Rasheed
- Singapore: The Breaking Ice di Anthony Chen
- Filippine: The Missing di Carl Joseph Papa
- Argentina: The Delinquents di Rodrigo Moreno
- Senegal: Banel & Adama di Ramata-Toulaye Sy
- Mongolia: City of Wind di Lkhagvadulam Purev-Ochir
- Costarica: I Have Electric Dreams di Valentina Maurel
- Malesia: Tiger Stripes di Amanda Nell Eu
- Irlanda: In the Shadow of Beirut di Stephen Gerard Kelly e Garry Keane
- Thailandia: Not Friends di Atta Hemwadee
- Namibia: Under The Hanging Tree di Perivi Katjavivi
- Nigeria: Mami Wata di CJ Obasi
- Burkina Faso: Sira di Apolline Traoré
- Sud Africa: Music is My Life di Mpumi Mbele
- Cina: The Wandering Earth 2 di Frant Gwo
- Camerun: Half Heaven di Enah Johnscott
- Cuba: Nelsito’s World di Fernando Perez
- Arabia Saudita: Alhamour H.A. di Abdulelah Alqurashi
- Pakistan: In Flames di Zarrar Kahn
- Repubblica Dominicana: Cuarencena di David Maler
Dalla lista sono stati esclusi i film di 3 Paesi, considerati dall’Academy non idonei rispetto alle regole di ammissibilità:
- Tagikistan: Melody di Behrouz Sebt Rasoul
- Kirghizistan: This Is What I Remember di Aktan Arym Kubat
- Hong Kong: Light Never Goes Out di Anastasia Tsang