Ieri notte si è svolta l’attesa cerimonia dei Golden Globe, i premi con cui la stampa estera annualmente cerca di “influenzare” i gusti dei membri degli Academy Awards “prevedendo” i verdetti degli Oscar. Quest’anno la loro “voce” ha confermato alcuni verdetti previsti ma ha anche ribaltato alcune previsioni emerse durante l’Award Season, rovesciando di fatto alcuni giudizi della critica americana che si era espressa attraverso i relativi premi delle rispettive associazioni
Quest’anno i giornalisti della stampa estera hanno letteralmente ribaltato i verdetti dei premi delle associazioni dei critici americani, favorendo pellicole e interpretazioni che erano state ignorate dall’Award Season. Ora vediamo categoria per categoria quali sono state le previsioni confermate e quali invece sono stati i verdetti inattesi.
CONFERME
Miglior attrice (dramma): Glenn Close (The Wife)
Nella categoria miglior attrice drammatica Glenn Close per The Wife ha prevalso nettamente sulle sue rivali (Lady Gaga e Melissa McCarthy) dopo aver vinto per questo ruolo il Satellite Award, l’Hollywood Film Award, il New Mexico Film Critics Association Award, il San Diego Film Critics Society Award.
Miglior attore (dramma): Rami Malek (Bohemian Rhapsody)
Rispettate le previsioni anche per il Golden Globe per il miglior attore drammatico, soprattutto con l’esclusione dalle nomination del pluripremiato Ethan Hawke per First Reformed. Ragion per cui vittoria facile secondo gli addetti del settore per Rami Malek in questa categoria, dato che aveva dalla sua parte un numero di premi inferiori rispetto ad Hawke tra cui il Satellite Award, il Los Angeles Online Film Critics Society Award, e il North Texas Film Critics Association Award come miglior attore.
Miglior canzone originale: Shallow (A star is born)
Verdetto scontato anche nella categoria miglior canzone originale dove ha vinto la toccante Shallow scritta e interpretata da Lady Gaga dopo aver già vinto l’Hollywood Music In Media Award, il Los Angeles Online Film Critics Society Award e il Las Vegas Film Critics Society Award.
Miglior regia: Alfonso Cuaron (Roma)/ Miglior film straniero: Roma (Messico)
Come era prevedibile Alfonso Cuaron si è aggiudicato ben 2 Golden Globe, vincendo nelle categorie miglior regia e miglior film straniero in rappresentanza del Messico, dopo aver letteralmente dominato l’Award Season grazie al meraviglioso film Roma con cui ha vinto inizialmente il Leone d’Oro all’ultimo Festival di Venezia. Da quel momento in poi il film ha vinto un numero impressionante di premi soprattutto per le categorie miglior film e miglior fotografia.
Miglior attrice non protagonista: Regina King (If Beale Street Could Talk)
Nella categoria miglior attrice ha vinto la super favorita agli Oscar Regina King per If Beale Street Could Talk confermando i verdetti dei premi assegnati dalle associazioni dei critici americani nonostante la sua clamorosa esclusione dai SAG Awards.
Miglior attrice (comedy/musical): Olivia Colman (La Favorita)
Nella categoria miglior attrice (comedy/musical) ha vinto come era prevedibile Olivia Colman per La Favorita dopo aver conquistato per questo ruolo numerosi riconoscimenti tra cui il Satellite Award, il British Independent Film Award, il Los Angeles Online Film Critics Society Award, il Toronto Film Critics Association Awards oltre alla Coppa Volpi all’ultimo Festival di Venezia e al National Society of Film Critics Award.
Miglior attore (comedy/musical): Christian Bale (Vice)
Nella categoria miglior attore (comedy/musical) ha vinto Christian Bale per Vice dopo aver già ottenuto per questo ruolo il Philadelphia Film Critics Circle Award, il Kansas City Film Critics Circle Award, il Dallas Fort-Worth Film Critics Association Award e il Nevada Film Critics Society Award.
Miglior colonna sonora: First Man
Nella categoria miglior colonna sonora ha vinto il film First Man, che aveva dalla sua parte solo l’Atlanta Film Critics Circle Award e il Florida Film Critics Circle Award. Un meritato verdetto che però avrà non poche difficoltà a replicare ai prossimi Oscar dato il forte apprezzamento della critica americana verso la colonna sonora del film If Beale Street Could Talk che ha letteralmente dominato l’Award Season per questa categoria, nonostante sia stata esclusa dalle nomination dei Golden Globe.
Miglior film d’animazione: Spider Man: Into the Spider – Verse
Nella categoria miglior film d’animazione ha vinto come era prevedibile Spider Man: Into the Spider – Verse dopo aver collezionato un numero impressionante di premi assegnati dalle associazioni dei critici americani (dal New York Film Critics Circle Award al Chicago Film Critics Association Award fino al San Francisco Film Critics Circle Award) attestandosi come l’unico vero rivale per Gli Incredibili 2 in vista degli Oscar 2019.
SORPRESE
Miglior sceneggiatura: Green Book
Nella categoria miglior sceneggiatura ha vinto a sorpresa Green Book nonostante avesse ottenuto un minor numero di riconoscimenti durante l’Award Season rispetto al suo sfidante La Favorita, dato che ha conquistato solo l’Hollywood Film Award, il Detroit Film Critics Society Award e il Phoenix Film Critics Society Award.
Miglior attore non protagonista: Mahershala Ali (Green Book)
Nella categoria miglior attore non protagonista Mahershala Ali per Green Book ha battuto il favorito Richard E. Grant (Copia originale) dopo aver vinto numerosi premi assegnati dalle associazioni dei critici americani tra cui il Washington Film DC Area Critics Association Award, il Los Angeles Online Film Critics Society Award e il Phoenix Film Critics Society Award.
Miglior film (comedy/musical): Green Book
Nella categoria miglior film (comedy/musical) Green Book ha battuto il rivale La Favorita, dopo aver conquistato 2 National Board of Review, 4 Phoenix Film Critics Society Awards e soprattutto la nomination ai Producers Guild of America Awards.
Miglior film (dramma): Bohemian Rapsody
Nella categoria miglior film drammatico ha vinto A SORPRESA (rispetto alle previsioni) Bohemian Rhapsody battendo il favorito A star is born, dato che il biopic su Freddy Mercury era stato completamente ignorato dai premi delle associazioni dei critici americani.