Critics Reviews: God Is a Bullet

La critica americana stronca l’ultimo film di Nick Cassavetes

Delude le aspettative l’ultimo film di Nick Cassavetes, God Is a Bullet, adattamento dell’omonimo romanzo di Boston Teran, letteralmente stroncato dalla critica americana per la sua violenza gratuita e per la sua trama alimentata da un’insensata filosofia che dà il titolo al film.

La presenza del premio Oscar Jamie Foxx non può salvare questo film che cerca a tutti i costi di lasciare il segno, ma che finisce per subire una narrazione prevedibile e disorientata tra un thriller al cardiopalma e un film d’essai.

METASCORE: 32/100

TRAMA: Quando il vice detective Bob Hightower trova la sua ex moglie assassinata e la figlia rapita da una setta satanica, Bob è frustrato dalle indagini ufficiali, dunque lascia le forze di polizia, si fa tatuare e si infiltra nella setta per dare la caccia al carismatico leader , Cyrus, con l’aiuto dell’unica donna fuggita dalla setta, Case Hardin. A quel punto viene condotto nella tana del coniglio per salvare sua figlia e allora lì Case coglie l’opportunità di rivendicare il suo potere dal culto che le ha tolto così tanto.

CAST: Nikolaj Coster-Waldau, Jamie Foxx, Maika Monroe, January Jones, Karl Glusman

USCITA U.S.A: 23 giugno 2023

USCITA ITALIA: ?

TRAILER: https://youtu.be/fq0eu1ICb5E

CRITICS REVIEWS

“I satanisti imperversano in modo non plausibile nel lungo e spaventoso adattamento di un thriller pulp del regista di ‘Alpha Dog’. Ha realizzato un film che continua a evocare valori religiosi, mentre allo stesso tempo si crogiola in una volgarità gratuita – in particolare la violenza contro le donne”

(Dennis Harvey, Variety)

“Nonostante il suo cast di talento, che dimostra la volontà di fare il tutto per tutto nelle loro interpretazioni, il film si presenta come una versione pretenziosa di un film d’azione di Charles Bronson degli anni ’80”

(Frank Scheck, The Hollywood Reporter)

“Lo sceneggiatore e regista Nick Cassavetes distrugge irrimediabilmente lo script prendendo i resti di un melodramma, un grindhouse e un finto incubo di Cormac McCarthy insieme solo per arrivare a realizzare un ingombrante “mostro” di serie B”

(Robert Abele, Los Angeles Time)

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