Oscar 2026: i 10 make-up artist e hairstylist da tenere d’occhio (previsioni novembre)

Nel panorama dei possibili candidati agli Oscar 2026 per il Miglior Trucco e Acconciatura, emerge un anno dominato da trasformazioni corporee e identità in crisi, dove il lavoro dei reparti beauty diventa linguaggio narrativo più che mero abbellimento estetico. Dalla malinconica scultura vivente del Frankenstein di Guillermo del Toro al corpo martoriato della pugile di Christy, il trucco si fa racconto di resistenza e metamorfosi. Anche quando si spinge verso il fantastico o il mostruoso — come nel Wolf Man di Leigh Whannell o nel ritorno apocalittico di 28 Years Later — la materia resta profondamente umana: pelle, sudore, cicatrici, carne viva come superficie dell’anima.

Gli studios più presenti confermano un equilibrio interessante tra tradizione e sperimentazione: Netflix punta sull’artigianato gotico di del Toro come cavallo di battaglia, Universal raddoppia con il ritorno ai “practical monsters” di Wolf Man e il glamour fiabesco di Wicked: For Good, mentre Warner Bros gioca la carta della varietà, dall’horror di Weapons al dramma spirituale di Sinners. A24, fedele alla sua estetica realista, investe invece sull’intensità fisica e prostetica di The Smashing Machine, un biopic che riporta la trasformazione attoriale al centro della scena.

Le strategie promozionali seguono 2 direttrici principali: da un lato il ritorno al “craft narrative”, con Campagne che valorizzano il trucco come veicolo di autenticità ( Christy, Hamnet), dall’altro la celebrazione dell’artigianato spettacolare, sostenuta da grandi produzioni che mostrano dietro le quinte e processi prostetici di alto profilo (Frankenstein, Wicked). L’obiettivo comune è restituire visibilità al lavoro manuale in un’epoca di ibridazioni digitali, riscoprendo il fascino della trasformazione tangibile.

In una Stagione dove la bellezza si misura nella verità del dettaglio, la corsa all’Oscar per il Miglior Trucco e Acconciatura si annuncia più che mai aperta: tra mostri, eroine e visioni post-apocalittiche, sarà il corpo — nelle sue infinite forme — a decidere chi conquisterà la statuetta.

PREVISIONI NOVEMBRE 2024 VS NOMINATION OSCAR 2025

Lo scorso anno 5 film su 5 che ho indicato nelle previsioni sui 10 migliori make-up artist e hairstylist da tenere d’occhio hanno ottenuto la nomination all’Oscar: Emilia Perez (8°), Nosferatu (5°), Wicked Part I (4°), A Different Man (3°), The Substance (1°) (WINNER).

10. CHRISTY (Black Bear)

Christy racconta la storia della pugile statunitense Christy Martin, icona del pugilato femminile e simbolo di resilienza, interpretata da Sydney Sweeney. Diretto da David Michôd, il film ripercorre la sua ascesa, il successo mediatico e le difficoltà personali, in un ritratto che unisce dramma sportivo e introspezione psicologica. Il progetto mette in primo piano la dimensione corporea e l’identità pubblica di una donna costretta a combattere dentro e fuori dal ring, con un’estetica asciutta ma immersiva.

FOCUS PROJECT: Il lavoro di trucco e acconciatura si concentra sulla trasformazione fisica della protagonista come riflesso della sua evoluzione interiore. La pelle di Christy diventa un diario visivo del sacrificio sportivo: ferite, lividi, sudore e cicatrici vengono trattati con rigore realistico ma anche con sensibilità drammatica, trasformando ogni segno in racconto. L’acconciatura accompagna i cambiamenti di status e di identità, passando dal taglio semplice della giovane atleta alle pettinature più elaborate della star televisiva, per poi disfarsi nel caos emotivo degli anni della crisi. L’uso calibrato di texture, luci e materiali resistenti alle lunghe riprese conferisce credibilità al ritratto, mentre il dialogo costante con la fotografia mantiene il trucco vivo e dinamico, coerente con la fisicità del racconto.

CHANCE OSCAR: Il film può contare su una trasformazione corporea evidente e su un approccio realistico molto curato, due elementi che spesso attraggono l’attenzione della categoria Miglior Trucco e Acconciatura. Tuttavia, il suo registro drammatico e la mancanza di un impianto spettacolare potrebbero limitarne la visibilità in una corsa dominata da titoli fantasy o periodici. La strategia di Black Bear punterà sul “craft narrative”, con focus sulla performance di Sweeney e sul realismo sportivo come esempio di autenticità cinematografica. Le chance di candidatura sono buone, ma la vittoria richiederà una Campagna mirata a sottolineare la complessità artigianale dietro un trucco apparentemente invisibile.

9. WOLF MAN (Universal Pictures)

Con Wolf Man, Leigh Whannell rilegge il mito classico del licantropo in chiave contemporanea, fondendo horror psicologico e dramma familiare. Il film, prodotto da Universal Pictures e Blumhouse, rinnova l’estetica dei mostri Universal con un approccio fisico e intimo, incentrato sulla lotta tra umanità e bestialità.

FOCUS PROJECT: Il trucco e l’acconciatura costituiscono la spina dorsale dell’esperienza visiva. La metamorfosi del protagonista non è solo un evento di genere ma una progressiva disgregazione identitaria, costruita attraverso prostetica sofisticata, pigmentazioni stratificate e un hairstyling organico che simula la crescita ferina. La pelle si deforma, i peli emergono come simbolo di perdita del controllo, e l’equipe trucco lavora in sinergia con il reparto effetti visivi per garantire continuità tra l’aspetto umano e quello mostruoso. Il risultato è una trasformazione palpabile, non digitalmente astratta, in cui il trucco restituisce fisicità e dolore. L’acconciatura, resa irregolare e selvaggia, amplifica l’effetto animale e radica la mutazione in un linguaggio corporeo realistico.

CHANCE OSCAR: Universal può vantare una lunga tradizione nel cinema di mostri, e il ritorno a un makeup prostetico di alto livello offre al film un vantaggio competitivo nella categoria. Il titolo sarà promosso come un ritorno al “practical horror craft”, con Campagne che mostreranno la realizzazione del lupo mannaro in chiave analogica. Le probabilità di candidatura sono elevate, grazie alla visibilità del genere e all’impatto trasformativo del trucco.

8. KISS OF THE SPIDER WOMAN (Roadside Attractions)

L’adattamento diretto da Bill Condon riporta sul grande schermo il celebre musical tratto dal romanzo di Manuel Puig, intrecciando realismo politico e fantasia cinematografica. Ambientato in una prigione argentina negli anni ’80, il film alterna la durezza del carcere alle visioni sfarzose del cinema classico, incarnate da Jennifer Lopez nel ruolo che dovrebbe “assicurarle” la sua prima candidatura all’Oscar.

FOCUS PROJECT: Il trucco e l’acconciatura diventano strumenti drammatici chiave in questo film per costruire due mondi opposti. Nelle scene di prigionia prevale un realismo cupo, con incarnati spenti, capelli unti, texture spente e segni di stanchezza; nelle sequenze musicali invece emerge una tavolozza glamour, dove il viso di Lopez è trasformato in icona di sensualità e potere. L’alternanza tra degrado e opulenza è resa attraverso la modulazione di luce e colore, in cui il makeup segna il passaggio dal dolore alla fantasia. L’hairstyling cita l’estetica hollywoodiana classica, onde strutturate e volumi teatrali, ma con un accento moderno che ne rinnova l’impatto. Il lavoro del reparto beauty è quindi un esercizio di duplicità, capace di raccontare la prigione della mente e il sogno della libertà attraverso la metamorfosi visiva.

CHANCE OSCAR: Il film ha potenziale competitivo per la categoria Miglior Trucco e Acconciatura, grazie alla complessità dei registri visivi e alla presenza di una star di forte riconoscibilità. Roadside Attractions punterà su un posizionamento “craft musical”, evidenziando la costruzione dei look di Lopez e la ricchezza estetica dei numeri coreografici. Il contrasto tra realismo e glamour, se comunicato efficacemente, può attrarre l’Academy; la candidatura è probabile, mentre la vittoria è meno plausibile.

7. HAMNET (Focus Features)

Hamnet, adattamento del romanzo di Maggie O’Farrell, è un dramma storico ambientato nell’Inghilterra elisabettiana e diretto da Chloé Zhao. Il film esplora la vita di Agnes e William Shakespeare attraverso la lente della perdita del figlio, costruendo un racconto di intimità domestica, dolore e memoria.

FOCUS PROJECT: Il progetto di trucco e acconciatura privilegia un’estetica di verità e discrezione, coerente con la poetica di Zhao. Il trucco, quasi invisibile, rispetta la grana naturale della pelle e la luce ambientale, permettendo ai volti di respirare nella luce reale. Le acconciature d’epoca, studiate con rigore storico ma mai didascaliche, riflettono la condizione sociale e psicologica dei personaggi: capelli raccolti in forme ordinate durante i momenti di serenità, lasciati sciolti e disordinati dopo la tragedia. Ogni dettaglio estetico diventa un segno narrativo, un modo per visualizzare l’interiorità senza ricorrere a simbolismi espliciti. L’insieme restituisce un naturalismo emozionale che amplifica la delicatezza del racconto.

CHANCE OSCAR: Il film possiede molte delle qualità amate dall’Academy: produzione d’epoca, raffinatezza artigianale e regia autoriale. Focus Features potrà presentarlo come esempio di “period authenticity” discreta ma impeccabile. Le possibilità di candidatura sono alte, anche se il trucco sobrio e realistico potrebbe apparire meno spettacolare rispetto ad altri contendenti. Se la Campagna saprà valorizzare la precisione storica e la coerenza poetica del reparto beauty, Hamnet potrà imporsi come opzione di eleganza classica in questa categoria.

6. 28 YEARS LATER (Sony Pictures)

Terzo capitolo della saga iniziata da 28 Days Later, il nuovo film di Danny Boyle riporta lo spettatore in un mondo devastato dal virus della rabbia, dove l’umanità sopravvive in condizioni di degrado fisico e morale.

FOCUS PROJECT: Il trucco e l’acconciatura sono strumenti di immersione sensoriale, concepiti per restituire il caos biologico di un pianeta morente. I volti degli infetti vengono costruiti con prostetica realistica, vene in rilievo, screpolature epidermiche e pigmenti che evocano la febbre virale; i sopravvissuti mostrano invece un logorio naturale, fatto di pelle arsa, capelli incrostati, barbe irregolari e cicatrici. L’hairstyling contribuisce alla verosimiglianza post-apocalittica, restituendo la sensazione di un mondo senza ordine né cura. L’integrazione con effetti digitali mantiene però la centralità del trucco pratico, che conserva un impatto fisico e immediato. Boyle impiega il reparto beauty come elemento drammatico: il deterioramento dei corpi diventa un’estensione visiva del collasso morale.

CHANCE OSCAR: Sony punterà sul valore tecnico e sulla continuità iconica con i capitoli precedenti, enfatizzando il ritorno a un makeup prostetico “gritty” e tangibile. La categoria Miglior Trucco e Acconciatura tende a premiare lavori di forte impatto visivo, e 28 Years Later risponde perfettamente a questa logica. Le probabilità di candidatura sono alte, specialmente se la promozione riuscirà a posizionare il film come un ritorno al grande artigianato del cinema horror britannico.

5. WEAPONS (Warner Bros/New Line)

Dopo il sorprendente successo di Barbarian, uno dei titoli horror più acclamati e discussi degli ultimi anni, Zach Cregger torna dietro la macchina da presa con Weapons, un progetto ancora più ambizioso e complesso. Il regista e sceneggiatore statunitense — già noto per la sua capacità di sovvertire le convenzioni del genere — firma un horror corale che si annuncia come un’esperienza cinematografica stratificata, costruita come un mosaico di storie apparentemente autonome ma unite da un’unica tensione morale e visiva.

FOCUS PROJECT: Il trucco e l’acconciatura diventano il tramite estetico dell’angoscia. Ogni segmento del film esplora un differente grado di disfacimento fisico, e il makeup traduce la paura in materia: pelle sbiadita, occhi infossati, ferite quasi metafisiche. L’hairstyling lavora sulle identità sociali e culturali dei personaggi, deformandole progressivamente in chiave rituale. La coerenza cromatica e la scelta di texture opache uniscono le diverse storie in un’unica visione organica. Il trucco non mira all’effetto shock ma a un senso di disagio crescente, in cui la bellezza e l’orrore coesistono. L’approccio realistico ma stilizzato conferisce al film un carattere autoriale e artigianale insieme.

CHANCE OSCAR: Warner Bros e New Line potrebbero valorizzare l’aspetto “elevated horror” del progetto, promuovendo il lavoro del reparto beauty come simbolo di design concettuale. Tuttavia, la concorrenza nella categoria resta agguerrita, e il genere horror tende a ottenere nomination solo quando fortemente visibile. Le probabilità di candidatura sono moderate, ma la forza visionaria del trucco e l’identità autoriale del film potrebbero farne un outsider interessante, capace di intercettare i voti più sensibili all’innovazione estetica.

4. SINNERS (Warner Bros)

Ambientato nel Mississippi del 1932, Sinners è un dramma gotico e soprannaturale firmato da Ryan Coogler, con Michael B. Jordan in un doppio ruolo di fratelli gemelli. Il film intreccia spiritualità, storia afroamericana e mito religioso in un racconto denso e visivamente evocativo.

FOCUS PROJECT: Il trucco e l’acconciatura sono fondamentali per costruire l’identità visiva del film, sospesa tra realismo storico e dimensione ultraterrena. Il reparto beauty ricrea con autenticità le acconciature afroamericane dell’epoca — onde finger, tessiture naturali, tagli puliti — ma progressivamente introduce deformazioni e ombreggiature che segnalano la contaminazione morale e soprannaturale della trama. Il doppio ruolo di Jordan impone una differenziazione minima ma significativa nei volti e nei capelli, mentre l’avanzare del mistero porta a un trucco sempre più simbolico, dove la pelle si fa specchio del peccato e della redenzione. L’estetica del film, calda e terrena, viene arricchita da un hairstyling che evolve in forma narrativa, passando dall’ordine al caos.

CHANCE OSCAR: Il mix di accuratezza storica e invenzione spirituale fornisce al film un profilo competitivo nella categoria Miglior Trucco e Acconciatura. Warner Bros punterà sull’unicità culturale del progetto e sulla rappresentazione dell’heritage afroamericano come valore di autenticità. Le chance di candidatura sono solide: il lavoro tecnico è visibile ma raffinato, e l’intreccio tra storia e sovrannaturale offre un’originalità estetica che può distinguere Sinners dagli altri contendenti.

3. THE SMASHING MACHINE (A24)

Il biopic di A24 su Mark Kerr, leggenda delle MMA, è un film drammatico e crudo che richiede un’immersione totale nella fisicità del personaggio. Le possibilità di candidatura sono interamente incentrate sulla trasformazione fisica e l’invecchiamento/deterioramento di Dwayne Johnson per interpretare un atleta consumato e segnato dagli anni e dalla dipendenza. Il narrative strength si basa sull’autenticità e la potenza della performance.

FOCUS PROJECT: Il progetto di trucco e acconciatura riveste un ruolo centrale nella costruzione della fisicità e dell’usura del corpo di Mark Kerr. Dwayne Johnson subisce una trasformazione profonda: la pelle lucida di sudore, le cicatrici, i lividi e le gonfiature sono trattati con una precisione quasi documentaria, per restituire l’autenticità del ring e il degrado conseguente agli abusi di sostanze. Il makeup lavora sul paradosso tra potenza e fragilità: il volto del campione si disgrega lentamente, passando dall’immagine eroica a quella vulnerabile di un uomo logorato. L’hairstyling accompagna il periodo storico con tagli maschili anni ’90 e texture volutamente imperfette, accentuando l’aspetto “verité” che caratterizza l’estetica dei Safdie. Il risultato è un lavoro che trasforma il trucco in un linguaggio di realtà emotiva, integrato perfettamente con la fotografia granulosa e la regia immersiva.

CHANCE OSCAR: La categoria spesso premia le trasformazioni di alto profilo (es. Darkest Hour, The Whale). Il radicale cambiamento di un attore famoso come Dwayne Johnson, ottenuto attraverso protesi dettagliate, è un bullet point irresistibile per gli Academy voters. La strategia promozionale di A24 farà leva sul fattore “irriconoscibile” e sulla performance nuance raggiunta grazie al trucco. Il vantaggio competitivo è la prova tangibile del potere del prosthetic makeup e la sua centralità nel narrative strength del film.

2. WICKED: FOR GOOD (Universal Pictures)

Wicked: For Good è la seconda parte dell’atteso adattamento cinematografico del celebre musical di Broadway, un fantasy ambientato nel mondo di Oz. Il lavoro si concentra sull’arduo compito di tradurre l’estetica iconica e colorata del palco in un linguaggio cinematografico visivamente sbalorditivo e coerente.

FOCUS PROJECT: Il trucco e l’acconciatura costituiscono la colonna estetica del progetto, chiamati a tradurre sul grande schermo un immaginario teatrale complesso e iconico. La pelle verde di Elphaba richiede un’applicazione pigmentaria perfetta e una resa luminosa uniforme, capace di mantenere profondità emotiva anche in scene di forte intensità. Il reparto makeup deve bilanciare coerenza e flessibilità, adattando il colore a diverse condizioni di luce e ambientazione. L’hairstyling, invece, costruisce l’identità di Glinda e del regno di Oz attraverso volumi barocchi, ricci definiti e una lucentezza “fiabesca”, mentre per Elphaba si opta per linee più sobrie e dinamiche, simbolo di forza e libertà. La sfida tecnica è quella di mantenere l’equilibrio tra l’estetica teatrale e la verosimiglianza cinematografica, integrando le protesi, le texture e i dettagli in modo che la magia resti tangibile.

CHANCE OSCAR: Storicamente, film di grande scala fantasy/musical che eccellono nel character design e nella creazione di looks iconici hanno un forte vantaggio in questa categoria. Il primo capitolo ha ottenuto la candidatura all’Oscar per il Miglior trucco e acconciatura. La strategia promozionale della Universal punterà sull’innovazione tecnica, sulla vasta gamma di looks elaborati richiesti per il cast corale e i personaggi secondari posizionando il film come un evento di craftsmanship artistico, fornendo accesso privilegiato ai membri dell‘Academy per mostrare l’artigianato dietro la magia.

1. FRANKENSTEIN (Netflix)

L’adattamento di Guillermo del Toro del classico di Mary Shelley è un progetto di altissimo prestigio che si concentra sull’horror gotico e sulla creazione di un’estetica visiva ricca e d’epoca. Il merito ruota attorno alla realizzazione della Creatura (interpretata da Jacob Elordi) e alla ricostruzione storica e stilizzata del look dell’Ottocento. Il contesto artistico è guidato dalla visione del Toro, nota per l’attenzione maniacale ai dettagli del creature design.

FOCUS PROJECT: Il trucco e l’acconciatura qui sono veri protagonisti della messa in scena. Il design della Creatura, ideato in collaborazione tra i reparti prostetici e makeup, rilegge la figura di Frankenstein con un approccio poetico e carnale: la pelle è un mosaico di cicatrici e cuciture sottili, modellate come opere anatomiche più che come orrore. Il trucco esalta la malinconia del volto, rendendo la Creatura un essere tragicamente bello. Le acconciature, ispirate a linee ottocentesche, fondono realismo storico e invenzione visiva, dando vita a un universo estetico coerente con l’immaginario gotico del regista. Il dialogo tra luci calde e texture cerose rende ogni volto una superficie pittorica, conferendo al film una dimensione quasi scultorea. L’artigianato prostetico è integrato con raffinati interventi digitali che amplificano il senso di vita e movimento, senza mai cancellare la fisicità del lavoro manuale.

CHANCE OSCAR: I film di Guillermo del Toro hanno un solido track record per l’eccellenza in trucco e protesi (es. Il Labirinto del Fauno). La creazione di un mostro iconico e complesso è spesso favorita dall’Academy. Il vantaggio competitivo principale è la massiccia e dettagliata applicazione di protesi. La strategia promozionale di Netflix si concentrerà sull’unveiling del creature design e sui behind-the-scenes che mostreranno la complessità e le ore necessarie per la trasformazione, enfatizzando l’artigianato puro.

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